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Ancore- installazione

Malcolm Franklin
Ancore — installazione

Una cinquantina di ancore pendono dal soffitto e si avvicinano al terreno/fondale, senza arrivarci, perché le cime che le tengono non sono lunghe abbastanza. Da un lato le vediamo nell’ impossibilità di raggiungere il loro obiettivo primario—fare presa sul fondo per tener fermo un naviglio. Il simbolismo dell’ancora come fede e speranza, come punto fermo, sembra messo in discussione. Non sappiamo se ce la faranno. Dall’altro lato la sospensione rappresenta la possibilità che non ci si fermi qui: non è ancor detta l’ultima parola.

La forma è quella dei ceppi delle ancore romane che erano a volte in pietra, a volte in piombo e anche in legno denso, come il rovere e servivano per appesantire e aumentare la presa sul fondale. Queste sono realizzate in vari legni: dal tradizionale rovere a legni piú leggeri come l’abete e il frassino. Misurano fra trenta e 150 cm di lunghezza e hanno forme poco variabili: bracci piú o meno lunghi e sottili e diversi alloggiamenti per annodare la cima. L’angolo del nodo determina l’orientamento dei bracci e quindi la relazione con le vicine.

© Malcolm Franklin ottobre 2020